Algoritmi contrapposti

Ieri sera ho visto il film Inside Out con mia figlia e, mentre lo guardavo, riflettevo su alcuni aspetti legati all'intelligenza artificiale.

Uno dei problemi degli agenti razionali è la scarsa originalità delle scelte. Un agente persegue la via più razionale e probabile. E' la più sicura ma non è detto che sia anche la migliore.

Nel film Inside Out gli esseri umani sono considerati come hardware, influenzati da esseri indipendenti che rappresentano le emozioni ( paura, tristezza, gioia, rabbia, disgusto ).

Le decisioni della persona ( output ) sono frutto della contrapposizione o la mediazione tra le emozioni.

I ricordi ( input ) sono stoccati in una zona di lungo periodo e contribuiscono a formare la personalità della persona.

Alcuni ricordi sono più importanti mentre altri cadono nel dimenticatoio e si perdono irrevocabilmente nella fossa dell'oblio.

Veramente un film intelligente e istruttivo per i bambini. Sono contento di averlo visto con mia figlia.

Cosa c'entra questo film con l'intelligenza artificiale?

Come dicevo all'inizio, mentre seguivo la storia ho fatto alcune riflessioni legate al mio lavoro.

Ecco le riflessioni:

  1. Un agente razionale non dovrebbe essere composto da un unico algoritmo decisionale ma da più sottoprogrammi indipendenti, ognuno dei quali ha diversi obiettivi, una propria memoria e una diversa avversione al rischio.
  2. Le scelte casuali per fare esperienza sono pericolose. Tuttavia, se ogni sottoprogramma avesse una chance, l'agente razionale potrebbe percorrere strade altrimenti inibite dall'eccessiva razionalità. In pratica, costruire degli equilibri decisionali variabili.
  3. L'esperienza andrebbe organizzata in cluster legati dalla stessa relazione ( o metafore ) e pochi fatti di esempio. Tutti i ricordi ridondati possono essere cancellati. In questo modo, si migliora la complessità spaziale e temporale, l'accesso alla memoria è più rapido e si riduce la capacità fisica di memorizzazione dei dati. Inoltre, si migliora il ragionamento per analogia tramite i cluster. L'esperienza maturata in un contesto diventa universale e può essere usata anche in situazioni diverse.

In conclusione, un'intelligenza artificiale non dovrebbe essere costruita per emulare un individuo, bensì una collettività composta da unità indipendenti, a volte d'accordo e altre volte contrapposte tra loro.

E' un concetto già noto nella macchina emotiva di Marvin Minsky.

Se non esiste una identità costante e permanente nella mente umana, nelle scelte che ogni uomo prende quotidianamente, perché dovrebbe esistere in un agente razionale?

17/08/2017

 


 

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